domenica 1 aprile 2012

UN SOGNO DA COMMEDIA POCO DIVINA

(Liberamente ........ sognato da Adolfo PAGANINI)


Nel mezzo del cammin della mia vita

mi ritrovai in una selva oscura

che la dritta via era smarrita

ed io vagavo solo, tremante di paura...


- Ma dove mi trovo..?- Mi chiedevo ad ogni istante

camminando nel buio, con insicura sorte

- dove e' finito il mio mondo, il mio paese, la mia gente?-

solo il fruscio dei miei passi, sulle foglie morte.


Durante il mio vagar, in quella selva atroce,

tutto ansimante, ai pie' di un colle giunto

come portata dal vento, un'eterea voce

pareami sentir come d'incanto


- Vai in cima a quel colle, che tanto in alto sale,-

diceami in ton deciso

- Vai o anima immortale,...

... lassu' c'e' il Paradiso !..


- Ma allora tutto e' chiaro -

pensai a questo punto,

- se tutto questo e' vero,

io sono ahime' defunto ..!-


Scalai quell'erto colle, col classico "fiatone"

pieno d'ansia e tutto teso in viso

e vidi un gran portone

sul quale c'era scritto: "Paradiso".


- Lo sapevo,- mi son detto,- sono sempre stato bravo,

in niente ho mai mancato

e' il posto che sognavo

e che certo ho meritato..!-


Mi son dato un'assestata

per apparir piu' bello

e, con mano spedita,

ho suonato il campanello


Un vecchio canuto, vestito in bianco telo

e dal solenne aspetto

apri' la porta e: - Io son San Pietro - nel vedermi ha detto

- che Tu sia il benvenuto ne lo "Grande Cielo"-


Poscia che l'ebbi anch'io riconosciuto

entrar Egli mi fece in un gran palazzo

con sala camera cucina e sgabuzzino

e uno splendido terrazzo con vista sul giardino !


- Ora Tu sei sistemato, e la vita eterna avrai gioiosa-

Ei mi disse, e aggiunse - ora Io debbo andare

posso far per Te qualcosa ?...-

- Avrei fame,- gli risposi - c'e' qualcosa da mangiare .?..-


- Si - mi rispose con voce calda e snella

- Vai in cucina, la carestia non esiste qui da Noi

La' c'e' pane e mortadella

puoi mangiar quanta ne vuoi ..!.-


ogni giorno che passava

e il mio stomaco languiva

la risposta era sempre quella:

- Oggi pane e mortadella ..!-


- A San Pie'-...gli dissi un giorno

- sulla Terra si diceva

che all'Aldila' la roba al forno

e l'arrosto non mancava-


- Lo so'- Lui ha ribattuto

- Ognuno sa le cose sue,-

e col viso ancor piu' corrugato

- Qui siam soli... mica posso cucinar solo per due !.....-


Solo, ero solo al Santo Paradiso..

- e tutta la brava gente - dissi - i preti e i beati ?

e Lui con un sorriso

- Ma chi l'ha visti, chi l'ha mai incontrati !


Di notte zitto zitto uscii dal Paradiso

ridiscesi l'erto colle, al colmo della iella

con l'orror stampato in viso

di mangiare in eterno.... pane e mortadella.


Dopo tanto camminar a riguardar altro mi diedi

e vidi gente sulla riva di un gran fiume

c'era una barca lunga cento piedi

ed un uomo bianco d'antico pelo, con in mano un lume


- Chi e' - chiesi a qualcuno - e dove siamo ? -

e loro: - Siamo sulla trista riviera di Acheronte,

noi andiamo in Purgatorio o almeno lo speriamo ...

il capo barcaiolo e' il gia' noto Caronte.-


Ed io : - Ma Caronte non trovavasi all'Inferno,

a traghettar dannati e funesti pellegrini ?-

- C'era e' vero, ma mica e' durato in eterno,

ha pagato una tangente, ed ora e' qui a far quattrini.


Entrai e feci per sedermi, con noncurante aspetto

ma il bianco Caronte, nel vedermi ha detto:

- A dotto'..sei 'r solito furbetto,

entri e te siedi senza fa' 'r bijietto ?


Non avevo un soldo, ma memore di cio' che a lui disse Dante

gli risposi evasivo, come fosse niente:

- Caron' non ti crucciare, vuolsi cosi' cola' dove si puote

cio' che si vuole e piu' non dimandare..-


e lui a me: - ma che stai a di' .!..

me sembri mezzo matto .!..

Se voi veni', invece der sonetto

pagheme er bijetto !.-


Dovetti scendere far altro non potei

era un romano, e quando lo fregavi ?

potevi far miracoli,

che tanto non vincevi !...


Proseguii a piedi fremente

scendendo verso il basso

laggiu' si, che era pien di gente

sentivasi il fracasso.


Apparvemi ad un tratto,

di nuovo un gran portone

sul quale c'era scritto:

"Inferno - Ufficio Accettazione".


Di nuovo il campanello ho suonato

si affaccia un diavoletto

che tutto incavolato

nel vedermi ha detto:


- Mi dispiace e' tutto pieno

non c'e' posto per nessuno -

dalla porta usciva ameno

un buonissimo profumo


odor d'arrosto, di salsicce e di braciole

tutto cotto sulla brace

che ognun potea mangiare quanto ne vuole

poi esser lasciato in santa pace.


- Vi prego - dissi al diavoletto

- lasciatemi parlare col capo del Gran Foco

se anche Lui mi scaccia vi prometto

che tornero' a vagar per altro loco.-


Giunto al cospetto del capo, in direzione,

un omone rosso vestito di velluto

con in mano un gran forcone

e il capo come un bue era cornuto


- Miserere di me - io dissi a Lui

- lasciatemi restare qui all'Inferno

gia' scacciato da altri lochi fui

fermate il mio vagar per l'eterno -


Contrariamente a quanto mi aspettavo

Lucifero guardommi con rispetto:

- Vedete di trovargli un posto, quest'uomo e' bravo -

diss'egli rivolto al diavoletto.


Colpito fui da tanta gentilezza

dissi a Lui ben felice della buona sorte:

- La ringrazio e la saluto vostra altezza

ed un grande salutone alla Sua consorte !..-


Lucifero invece, si e' in volto rabbuiato:

- Non ho moglie - ha risposto stavolta incavolato

- Beh - gli ho detto in men che non si dica

- allora un saluto a Lei ed uno alla Sua amica!-


- Non ho l'amica !!!..-

mi ha risposto assai fremente,

ed io:- non s'arrabbi.....

mi saluti la Sua amante..!


- Non ho neanche l'amante !!..!-

ha risposto agitando il gran forcone,

ed a me spontaneamente,

m'e' scappata una perfida allusione:


- Non ha moglie ne' l'amica ne' l'amante di ogni sorta-

gli ho detto come se niente fosse,

- quelle corna da bue che porta

si puo' sapere chi gliel'ha messe.?..-


Non l'avessi mai detto, non l'avrei dovuto dire

nel vederlo inferocito, ho tentato di fuggire,

ma la punta del forcone

ha bucato il mio sedere !


Con quella fitta mi ero alfin svegliato

avevo solo sognato per fortuna, ..che emozione ..!

Da parte a me c'era mia moglie, con la siringa ancora in mano

che, vistomi supino, mi aveva fatto la solita iniezione:


- Alzati - mi ha detto - , il caffe' e' pronto -,

e, ignara del mio dramma, ha aggiunto anch'ella:

- poi se hai fame, c'e' Pane e Mortadella ..!!! -.

sabato 17 marzo 2012

A Salice D'Ulzio


Chi lo ha conosciuto sa che mio padre aveva problemi di vista e, pur avendo accettato cio' con rassegnazione e positivita', nel suo cuore ne risentiva molto. Di seguito la prefazione ad una sua poesia che tratta di cio', seppur indirettamente.

"Anche quest'anno (Gennaio 1992) sono andato con i soliti amici a sciare. L'ennesima settimana bianca, abbiamo scelto di nuovo Salice d'Ulzio in Piemonte, dove gia' in precedenza avevamo fatto due settimane bianche in due anni consecutivi.

Anche quest'anno siamo stati bene, ma ho trovato delle difficolta' vuoi per il peggiorare della vista, vuoi perche' ho compiuto 66 anni. Per l'occasione ho scritto alcuni versi su Salice d'Ulzio, ... mi sono venuti spontanei."

Salice D'Ulzio mio

per cio' che mi riguarda

io debbo dirti addio !..

..

Cosa posso farci ?..

Sperare, sperare, sperare,

che anziche' un addio,

sia un arrivederci ...!

..

Le piste tue splendenti

di colore immacolato

sono ricordi ardenti

di un magico passato.

..

Vedro' ancor quell'aurora

che sboccia dietro ai monti

e poi accarezza i tetti

candidi e innevati

e l'ombra degli abeti

che al sussurrio dei venti

sembrano animati ..?.

..

Vedro' ancora il campanile

della tua chiesetta

di San Giovan Battista

che col suo superbo stile

sui bianchi tetti svetta

e il cuor d'ognun conquista..?

..

In questo mondo ansioso e pieno

di tanta frenesia

una cosa solo mi rattrista:

a volte si trascura o viene meno

la cosa piu' bella che ci sia

il bello della vista ....!

..

Quella vista che appaga il cuore

lo spirito, la mente e le pupille

il bearsi della vista

di tante cose belle.!

..

Oh..! Salice D'Ulzio mio

che il cuor mi rallegrasti

con semplice bellezza

vorrei non dirti addio

lo spero a tutti i costi

ma un arrivederci

con tanta tenerezza.




P.S.: L'immagine di Salice D'Ulzio e' presa dal sito http://www.provincia.torino.gov.it/provincia2006/territorio/comuni/im/sauze.jpg

sabato 10 marzo 2012

La prima poesia: A Silvia




Scriveva mio padre: "Come prefazione di questa poesia va scritto che mia moglie si chiama appunto Silvia! (Il lettore non si preoccupi, all'inizio sembra seria ma poi viene la parte divertente... poi torna la parte seria del finale nella quale, sempre in modo scherzoso, esprimo in una sola riga il reale apprezzamento per mia moglie che va ben al di la' della azione descritta)"


A SILVIA

DI GIACOMO LEOPARDI

Adattamento alla situazione personale

DI ADOLFO PAGANINI


- Silvia !..

Rimembri ancora i tempi

purtroppo ormai lontani

del nostro primo incontro?

Quando nel danzare a Narni,

in casa di un'amica, io Ti invitai a ballare

e in men che non si dica, Tu mi bruciasti il cuore?

..

Lo sguardo Tuo sfuggente

ma di dolcezza pieno

come una stella errante, incontro' il mio,

fu un istante....

..

"Un istante decisivo per la Tua vita!,"

mi sussurro' una voce,

forse era quella di mia madre, pensai,

che un perfido destino

mi sottrasse troppo presto,

e che ora dal ciel mi guarda,

mi guida e mi consiglia

forse Lei ha gia' visto in Silvia

la dolce mia compagna,

la sua seconda figlia!.

..

Piu' tardi venni a trovarTi

in un piccolo paese, una mattina,

Ti vidi mentre uscivi dalla scuola

dove Tu insegnavi, giovane maestrina,

Ti vidi bionda e bella

semplice e gentile, come mite pecorella

che esce dall'ovile,

e sola, mesta e senza protezione

va al pascolo a brucare

la sua prima colazione !

..

"Oh che sorpresa!!"

Dicesti mentre uscivi

camminando lentamente

con un libro tra le mani,

quegli occhi Tuoi giulivi

quel viso sorridente,

trafissero il mio cuore

il corpo e la mia mente.

..

"Per me e' troppo", pensai,

"non merito io tanto! In Lei c'e' tutto

bonta' bellezza e tenerezza

io non saro' proprio un lupo

ma non son nemmeno un santo!"


....

Cosi' feci "l'affare"

che almen cosi' sembrava...

..ma il lupo non sapeva

che cosa l'aspettava!.!.

Il tempo passa in fretta

figli miei, e il mondo gira!

gira, gira inesorabilmente,

prima c'e'il giorno luminoso

gaio e sorridente,

poi vien la notte,

profondamente oscura

un tempo il caldo afoso

poi il gelo addirittura;

e Voi credete che le cose

rosee, care e belle

restan sempre quelle ?.?.

..

No !.!.!

Finisce tutto a fregatura !!!!.

Adesso il lupo scappa

corre, corre di gran lena

inseguito dalla mite pecorella

che e' diventata iena !

..

Strilla, sbraita, sborbotta

urlando ad alta voce,

il povero "lupetto"

non trova mai piu' pace!

..

Se abbiamo il tempo bello

'sto "poro" Paganini

deve strusciar le scarpe

su ben sette zerbini...

"e se piove ??." Direte Voi,

se piove son dolori,

"Non si passa resta fuori!.."

Stanotte ho visto in sogno

il caro "Giacomino"

che tutto incavolato

mi ha preso per il petto

e mi ha gridato:

..

"Ma come ti permetti

brutto deficente

di porre sotto scherzo

la dolce mia poesia

con simili frescacce.?.?

..

Come paragonar la dolce Silvia mia

dagli occhi ridenti e fuggitivi

di bellezza piena

a quella pecorella

che dopo aver belato

e' diventata iena??"

..

"Sta' calmo Giacomi'" gli ho detto

"non t'affannare tanto,

lo so' per te era tutto bello !

Ti risuonavan le quiete stanze

con le vie d'intorno

al suo perpetuo canto,

Silvia menava il giorno ..!

Cosi' Tu la vedevi, te la sognavi ...

Ma poi, l'hai piu' sposata ?"

..

"No !"..Mi ha detto mesto

col viso corrugato,

"Ahime' non ho potuto !"

"Eh si!..Facce pure quella faccia!!

Ringrazia il cielo!" gli ho risposto,

"se tu l'avessi fatto eri bello che fregato!

anzi, bello che fottuto!

e delle tue frasi belle

dalla storia immortalate

sarebbero rimaste,

un mucchio di risate!"

...

"Giacomi', sai che ti dico ?

Ognuno c'ha la Silvia sua !

Io ho la mia tu hai la tua

e nonostante tutto, a cambio non ci faccio!

Io mi contento, gli ho detto,

qualcosa di buono, alla mia e' rimasto:

tutte le mattine, come i primi giorni,

mi porta il caffe' a letto!.


(La foto e' mia madre da giovane)

sabato 25 febbraio 2012

Prefazione

Scrivo su questo blog perche' .... non lo so, non c'e' un vero perche'.

Di solito si scrive per esibizionismo oppure per combattere qualche ingiustizia o perche' si e' schierati politicamente o ancora per descrivere una passione, un hobby o qualcosa del genere e condividerlo con altre persone.

Nel mio caso (quasi) niente di tutto questo. C'e' solo la voglia di condividere in rete alcuni scritti di mio padre, nel tentativo di ricordarlo in questo modo ma anche (non si sa mai...) di far piacere a quanti lo hanno conosciuto e ne hanno un buon ricordo.

Le poesie che seguono, sono state scritte da papa' senza alcuna velleita' "poetica" e vanno interpretate solo come un tentativo di mettere in versi alcune situazioni quotidiane od alcuni temi di carattere generale con i quali ognuno di noi si trova, prima o poi, a convivere.

E' comunque molto bello, oltreche' fuori dal comune, vedere come egli sia riuscito a mettere effettivamente in rima, situazioni particolari che spaziano da una settimana bianca non fatta e tanto sospirata (e quindi sognata), alla laurea del figlio, ad un inno alla moglie (cioe' mia madre, Silvia)) scimmiottando il Leopardi, ad un altro sogno simile ad una parte della Divina Commedia, alla sentita mancanza da casa della figlia durante un periodo di vacanza, fino ad arrivare addirittura ad alcune barzellette ed infine ai ricordi della giovinezza.

Quelle che seguono non vogliono rappresentare capolavori di letteratura, ne' tantomeno poesie nell'accezione classica del termine. Sono certamente un modo scherzoso ed anche originale di raccontare sensazioni proprie, anche vissute intensamente, e di rappresentare senza dubbio (almeno per noi figli) un modo spiritoso, originale e riuscito, di raccontarsi agli altri.

Aggiungiamo solamente che sia a me che a mia sorella queste poesie sono piaciute moltissimo .............

Una avvertenza per la lettura: i tempi dei verbi a volte non sono quelli giusti, ma sarebbe stato difficile altrimenti ottenere la rima!. Inoltre, per alcune poesia ci sara' una sorta di premessa fatta sempre da papa' per spiegarne il contesto.